Dall’alto delle colline che sorvegliano la costa dopo le Cinque Terre lo spettacolo che si offre ai nostri occhi è incomparabile.
Qui sopra sorge Montaretto che è animata in un modo davvero insolito. Da qualche giorno in questo piccolo borgo arroccato sulle alture di Bonassola sono arrivati in tantissimi per visitare la mostra “Faber, Principe Libero”, allestita tra gli altri dal Comune di Bonassola , dall’associazione “Angeli Ribelli” e della Fondazione De Andrè con il patrocinio di Provincia della Spezia e della Comunità montana della Riviera.
All’inaugurazione dell’esposizione-omaggio al cantautore genovese, intorno alla moglie Dori Ghezzi, ai figli Cristiano e Luisa Vittoria, a Fernanda Pivano e Piero Milesi, è giunta una folla di ammiratori da ogni parte d’Italia, che ha mandato in tilt la viabilità locale. “Un grande successo di pubblico che non attendevamo – commenta Luca Cozzani, Assessore comunale al Turismo.
La rassegna è un viaggio tra sacro e profano, simbolicamente rappresentato a Montaretto dalla chiesa di San Rocco e dalla Casa del Popolo, in un luogo antico simile a quello descritto nella “Città vecchia” di De Andrè. Ad affascinare i visitatori l’enorme murale permanente, realizzato durante la rassegna dalla società d’arte “Trasposizioni visive”, dove compaiono protagonisti della vita del borgo come il consigliere Nanni Scarrà (scomparso prematuramente lo scorso anno) e personaggi delle canzoni di De Andrè come “Bocca di Rosa”. E poi manifesti, fotografie e strumenti inediti del musicista poeta, raccolti e messi a disposizione da Mariano Brustio, collezionista e studioso di De Andrè. “Grande interesse hanno suscitato i manoscritti delle canzoni di Fabrizio, con le correzioni e le cancellature originali – spiega Silvia Laise, una delle coordinatrici della rassegna – ma la vera chicca della kermesse è stato il mandolino del cantautore, che si era fatto realizzare artigianalmente e con il quale ha accompagnato tanti suoi successi”. Uno alla volta arrivano i “musicisti” di De Andrè, quelli che hanno collaborato con lui in tanti anni e che hanno contribuito allo spessore particolare delle sue sonorità.
L’incontro si svolge in un clima per niente triste o retorico. Sono dei compagni di avventura di Faber che si divertono a ricordare aneddoti del loro incontro e della loro collaborazione con Faber.
L’immagine affettuosa che ne esce è di un De Andrè pignolissimo nel lavoro.
Mauro Pagani racconta come Faber fosse “ossessionato” dai quadri astrali. Quando lo conobbe, prima di “reclutarlo”, si fece dare tutti i dati della sua nascita e solo dopo aver stilato un quadro astrale preciso si decise a lavorare con lui. Aveva, ovviamente, una predilezione per gli Acquario e a questo “esame” astrologico vennero sottoposti tutti coloro che erano in procinto di suonare con lui.
Oltre al suddetto Pagani ci sono Ellade Bandini, Vittorio De Scalzi, Laura De Luca, Rosario Iermano, Elio Rivagli, Pier Michelatti e altri ancora oltre al “presentatore” Piero Milesi.
Ma il clou della giornata si raggiunge alla sera, quando tutti i musicisti con l’aggiunta della giovanissima e sorprendente violinista Zita, improvvisano sul palco una jam-session da brivido che trascina la gente in un entusiasmo incredibile. Risuonano le note di alcune delle più belle canzoni di Faber: quelle di Creuza de ma, cantate da un Mauro Pagani in forma smagliante. Ma tutti quanti sentono la gioia e il divertimento di essere lì e riescono a trasmettere questa loro emozione al pubblico.
Mancava solo Fabrizio, ma forse no: anche lui era lì, da qualche parte……..
Lascia un commento